Nel pomeriggio di lunedì 30 gennaio, all’età di quasi 102 anni, è deceduto nella sua residenza privata a Città di Castello.

 Citta di Castello - Il suo alto valore civile lo trasfigura tra gli esempi cittadini di grandezza morale

“Uomo buono e mite, ha confermato anche in tempo di pace le virtù di coraggio e rettitudine dimostrate nel terribile momento della seconda guerra mondiale”: con queste parole l’Amministrazione comunale ricorda mons. Beniamino Schivo nel giorno della sua scomparsa, esprimendo, attraverso il sindaco Luciano Bacchetta “il cordoglio e il senso di perdita che oggi sente la città tutta. Mons. Schivo ha saputo vedere e scegliere il bene quando farlo significava mettere a repentaglio la propria vita. Il suo alto valore civile lo trasfigura tra gli esempi cittadini di grandezza morale: nel salutare con commozione mons. Beniamino Schivo, medaglia d’oro al valor civile e giusto delle nazioni, l’Amministrazione comunale ricorda il nobile gesto, compiuto da questo giovane sacerdote, che ha nascosto e salvato una famiglia ebrea dalla deportazione, rifiutandosi di essere complice della barbarie nazifascista. Che oggi, nel giorno della sua scomparsa, i giovani e chi ha avuto la fortuna di non attraversare la terribile stagione dell’odio razziale, si fermino a riflettere sull’insegnamento che ci lascia ed onorino in mons. Schivo un uomo degno e magnanimo”.

La Comunità ebraica di Roma ha voluto ricordare mons. Beniamino Schivo con un messaggio molto intenso del presidente Riccardo Pacifici alla comunità tifernate, giunto per il tramite del parlamentare Walter Verini, nel quale si propone la messa a dimora di un ulivo di Israele nella città in cui Schivo visse e morì. L’Amministrazione raccoglie e fa propria questa proposta e di seguito riporta integralmente il testo del messaggio: “abbiamo appreso della scomparsa di mons. Beniamino Schivo, Giusto tra le Nazioni, la massima onorificenza che conferisce lo Stato d'Israele a coloro che, a rischio della loro vita, salvarono ebrei durante l'ultimo conflitto mondiale dalla furia nazifascista. Mons Schivo infatti salvò una famiglia ebraica di origine tedesca, i Korn, che transitando per l'Italia come tante altre, trovò in lui conforto e speranza. Con il gesto eroico di nasconderli li trasse in salvò da quello che, la storia ci ha insegnato, era la belva del nazismo. Tale gesto ha assunto ancor di più il suo significato proprio perché veniva da un uomo di fede. Sopratutto un uomo di Chiesa, che come tanti altri, si adoperarono secondo coscienza, alla salvezza dei nostri fratelli. Sono personalmente convinto, anche attraverso queste azioni eroiche, che con ogni probabilità, il dialogo fra il fondo ebraico e quello cristiano ha ritrovato nel dopo guerra la sua vitalità grazie a gesti come quelli descritti. " Chi salva un uomo, salva il Mondo intero " cosi ci insegnano i nostri Maestri e mons Schivo siamo certi ha salvato con il suo gesto le generazioni future della famiglia Korn, quelle che poi hanno contribuito a far risplendere le nostre comunità in Italia ed in Europa e lo Stato d'Israele, dalle ceneri della Shoàh. Per questo e con il permesso delle autorità cittadine di Città di Castello, vogliamo proporre una cerimonia di piantagione di un ulivo proveniente da Israele proprio nella città in cui ha vissuto e poi ci ha lasciati. Una piantagione che sarà contestuale alla messa a dimora di cinque alberi che faremmo nelle verdi colline di Gerusalemme alla sua memoria. Che sia il suo nome sia ricordato in benedizione”.

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